Un primo passo verso il piano di investimenti infrastrutturali promesso da Trump?
Autore Alberto Cossu
Gli investimenti in infrastrutture sono uno dei punti qualificanti della agenda politica del Presidente Trump, ma finora si sa ancora poco delle risorse economiche disponibili e della tipologia di progetti che saranno attuati.
E’ certo, pero’, che gli Stati Uniti, come molte importanti voci concordano nel sostenere, tra cui l’autorevole rivista Foreign Affairs, hanno necessità di rinnovare il proprio sistema infrastrutturale - strade, ponti, aeroporti, ferrovie ecc.- che già la precedente amministrazione Obama nel 2009 aveva individuato come uno dei punti deboli della competitività del paese ma che attende, ancora oggi, azioni concrete per un rilancio.
Oggi la modernizzazione infrastrutturale è ancora più urgente dal momento che l’amministrazione Trump sta lavorando per una svolta nella politica commerciale americana indirizzandola sempre di più verso le esportazioni, come si può constatare anche dal recente excutive order presidenziale dedicato ai problemi del deficit della bilancia commerciale.
Un documento predisposto da Barclays and CG Infrastructure indica circa 10 progetti selezionati su una lista di 50 che un gruppo di lavoro dell’amministrazione Trump avrebbe individuato come immediatamente cantierabili per un importo di 132 miliardi di dollari.
Agli inizi di febbraio 2017 il mega fondo pensionistico giapponese Japan's Government Pension Investment Fund ha dichiarato che investirà risorse economiche rilevanti nel piano di ammodernamento delle infrastrutture degli USA. Le modalità sono ancora oggetto di trattativa anche se probabilmente acquisterà bond emessi da imprese di costruzione USA impegnate nei lavori di costruzione. Un analoga dichiarazione è stata fatta dall’Arabia Saudita che durante la visita del Presidente Trump ha asserito di voler investire nel programma di infrastrutture USA.
Sebbene l’amministrazione Trump non abbia ancora spiegato quale sarà il piano di investimenti, specificato le modalità di finanziamento e dileguato le perplessità che ancora permangono sul piano delle infrastrutture la più importante area metropolitana americana, quella di New York, invece, guarda al futuro con progetti di rilancio della competitività e dell’attrattività economica. Per quanto le intenzioni dell’amministrazione Trump devono ancora trovare un quadro operativo su cui articolarsi è chiaro, comunque, che gli USA diventeranno un player globale nelle attività di export come già sta accadendo nel settore dell’energia in cui da grande consumatore il paese si sta trasformando in attore di primo piano nell’export di energia sia di Gnl che petrolio.
La Port Authority of New York and New Jersey (PANYNJ) nel mese di febbraio 2017 ha proposto uno dei più imponenti progetti di modernizzazione della rete infrastrutturale di trasporti dell’area metropolitana di New York. Il complesso di progetti e la vastità della proposta rende il piano uno dei più significativi a livello federale e degno di attenzione non solo per le opportunità che si potrebbero creare per le imprese specializzate nella costruzione di infrastrutture ma anche per l’impatto che può avere sulla competitività dell’area metropolitana di New York e sul sistema economico Nord Americano. Infatti in prospettiva sarà sempre più orientato verso lo sviluppo di attività internazionali in particolare quelle di esportazione, che la nuova amministrazione Trump intende potenziare.
La PANYNJ è una delle più importanti istituzioni dell’area metropolitana di NY. Costituita nel 1921, grazie ad un innovativo accordo autorizzato dal congresso degli Stati Uniti, gestisce le più importanti infrastrutture di trasporto dei due stati NY e NJ: aeroporti, ponti, tunnel e porti collocati nel distretto portuale in un area di circa 4000 km2. La PANANJ ormai da quasi 100 anni gestisce la competitività del distretto portuale ed ha consentito a questo territorio di diventare uno delle aree maggiormente infrastrutturate del mondo grazie proprio ad una gestione unitaria. Uno dei simboli della Port Authority, un vero è proprio landmark, sono state le due torri gemelle del World Trade Center, in cui si concentrava il sistema organizzativo che coordinava le attività del porto rappresentando una delle principali icone di comunicazione dell’efficienza del sistema portuale e metropolitano della città di New York.
La sua missione è, infatti, di gestire in piena autonomia finanziaria ed in modo coordinato il sistema delle infrastrutture dei trasporti che costituisce un asset strategico per la competitività del territorio e dell’intero paese garantendo una comunicazione unitaria dal punto di vista del marketing del territorio. La connettività interna ed esterna costituisce un fattore di assoluta importanza per l’area metropolitana di NY che si colloca fra le prime città globali al mondo. Il sistema dei trasporti gestito dalla PANYNJ serve una area metropolitana di oltre 13 milioni di abitanti, è uno dei più trafficati a livello nazionale, genera complessivamente 550 mila posti di lavoro, distribuisce 23 miliardi di salari e crea un economia di 80 miliardi di dollari.
La PANYNJ gestisce il Marine Terminal del Porto di Newark - Elizabeth, che è uno dei principali a livello nazionale e il primo della costa est degli USA. Inoltre gli attraversamenti del Hudson River Holland Tunnel, Lincoln Tunnel, e George Washington Bridge che collegano il New Jersey con Manhattan, ed altri tre che connettono il New Jersey con Staten Island. La PANYNJ gestisce ancora il Port Authority Bus Terminal e il PATH rail system, così come gli aeroporti di La Guardia , John F. Kennedy, Newark, Teterboro, Stewart, e Atlantic City.
Il piano di investimenti della Port Authority è dotato di un budget di $32 miliardi di dollari, da distribuire su un arco temporale di 10 anni, e finanzia gli investimenti strategici per sostenere la modernizzazione delle infrastrutture di trasporto in particolare aeroporti, terminal e ponti. Esso rappresenta l’inaugurazione di una nuova fase nella vita della Port Authority finora principalmente concentrata nella ricostruzione del nuovo World Trade Center.
Il sistema della mobilità dell’area di NY sta dimostrando proprio in questi giorni quanto gli anni unitamente ad una carente manutenzione pesino gravemente sul funzionamento delle infrastrutture di trasporto.
Il deragliamento di un vagone e la conseguente dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Governatore dello Sato di New York Andrew Cuomo, che ha recentemente nominato il repubblicano Joseph Lhota alla presidenza della MTA (Metropolitan Transportation Authority) per trovare una soluzione ai problemi che la affliggono, sono un chiaro segno di quanto vetuste siano le infrastrutture di una delle città più importanti degli USA e del mondo.
E sono un evidente dimostrazione di quanto lo stato delle infrastrutture non solo di NY ma di tutta l’America abbia necessità di forti investimenti perché costituisce un serio vincolo alla competitività del paese.
La PANYNJ anticipando i tempi, rispetto all’amministrazione federale, ha varato un programma di investimenti ormai non prorogabili per una città globale come NY che deve confrontarsi con altre città che hanno fatto della capacità di connettività un fattore strategico di sviluppo. Lo dimostra il caso di Dubai indicata da Parag Khanna come uno dei nuovi paradigmi dello sviluppo urbano in cui infrastrutture logistiche, porti, aeroporti, sistema di trasporto metropolitano collegamenti hyperloop con Abu-Dabi, piattaforme tecnologiche intelligenti si integrano per creare un sistema di connettività che esalta la capacità competitiva della città.
Ma quale è il programma della Port Authority? Immediatamente verranno investiti 70 milioni nella progettazione del nuovo Bus Terminal, quello attuale è ormai inadeguato dal punto di vista infrastrutturale per il crescente volume di traffico che deve sopportare. Il bus terminal costituisce uno dei punti nevralgici del sistema di trasporto su gomma e rischia di congestionare così come è oggi organizzato un vasta area circostante in cui sono collocati sedi di multinazionali, grandi editori ed infrastrutture. Il progetto per la nuova infrastruttura prevede un budget di oltre 10 miliardi. Inoltre sono previsti investimenti nel sistema degli aeroporti per il miglioramento dei terminal del JFK, Newark e La Guardia, nei ponti (Bayonne and Goethals Bridges) per consentire il passaggio delle navi supercontainer e nella stazione di Penn Station e nei collegamenti con il New Jersey.
In questo contesto le grandi imprese di costruzione italiane, che già sono attivamente presenti negli Stati Uniti impegnate in lavori di costruzione di grandi infrastrutture, potrebbero giocare un ruolo da protagoniste, progettando e realizzando strutture all’avanguardia tecnologica e facendo diventare così la modernizzazione del sistema infrastrutturale di New York un opportunità di ulteriore di sviluppo anche per il sistema l’Italia.
In un momento in cui la politica americana sembra lacerata da una forte conflittualità politica, che rende più complicati i processi decisionali, il piano di investimenti della Port Authority, con il sostegno dello Stato di New York governato da un democratico e quello del New Jersey governato da un repubblicano, rappresenta un momento di unità operativa significativa in quanto volto a superare i vincoli strutturali che impediscono ad una città strategica come NY di dispiegare a pieno le capacità di leadership globale in un settore di grande valore per la competitività come quello delle infrastrutture legate al trasporto e in genere alla connettività.