Dubai 2020, Paolo Glisenti lancia il Padiglione Italia con Sace

Expo Dubai 2020 è appena stata annunciata ma già il Padiglione Italia viaggia veloce verso la prima pietra. E' il felice esito dell'accordo siglato oggi a Dubai dal Commissario generale per l'Italia, Paolo Glisenti, e il Pre-sidente di Sace, Beniamino Quintieri.

Sace, che insieme a Simest costituisce il polo dell'export e dell'internazio-nalizzazione del gruppo Cdp, annuncia infatti con soddisfazione la firma di un accordo di collaborazione con il commissario generale di Sezione per Expo 2020 Dubai per la realizzazione del Padiglione Italia. L'accordo, firma-to a Dubai dal presidente di sace Beniamino Quintieri e il commissario ita-liano Paolo Glisenti, e' destinato a sostenere le imprese coinvolte nei lavori di progettazione, costruzione e allestimento del Padiglione italiano.

Expo 2020, vetrina per 25 milioni di visitatori

"Expo 2020 sara' una vetrina fondamentale non solo per gli Emirati Arabi, ma potenzialmente per tutti i Paesi che vi parteciperanno. Per questo l'Italia deve essere parte attiva del progetto, in continuità con quanto realizzato a Milano nel 2015 - ha commentato Quintieri - e l'accordo di oggi ha come obiettivo proprio quello di massimizzare questa occasione, supportando con iniziative concrete le imprese italiane in settori chiave per lo sviluppo di Expo quali infrastrutture, costruzioni, design, arredamento e servizi".

All'atto della firma il commissario Paolo Glisenti ha aggiunto: "Questo im-portante protocollo segna l'inizio della fase di sviluppo e programmazione che ci portera' a offrire alle imprese italiane nel 2020 a Dubai una straordi-naria occasione per presentare le migliori capacita' di innovazione e l'ec-cellenza delle competenze tecnico-professionali del nostro Paese. La col-laborazione con Sace, primo tassello di un ampio contesto di partecipazio-ne del sistema pubblico al nostro progetto per Expo 2020 Dubai, sara' un significativo fattore di solidità e trasparenza per definire e realizzare l'intera presenza dell'Italia all'evento ma anche per favorire la buona reputazione del sistema Italia sui quei mercati cosi' strategicamente importanti".

L'Italia a Expo Dubai 2020, manifestazione che accoglierà - nella stima degli organizzatori - 25 milioni di visitatori, provenienti per il settanta per cento dall'estero, sarà "ispirata a valori di partenariato e sostenibilità" sottobraccio con l' "agenda politica italiana, facendo un'operazione coerente con il ruolo di leadership che l'Italia ha e desidera avere nell'a-rea del Mediterraneo". Sono attesi oltre tre milioni di investitori diretti, tra istituzionali e privati, e saranno migliaia le operazioni commerciali che verranno siglate bilateralmente durante il corso di Expo Dubai 2020, molte delle quali in aree di competenza italiana predominante quali le in-dustrie culturali e creative e il ramo food and beverage. Le Expo, nella loro storia recente, sono sempre state un formidabile strumento per in-tensificare le relazioni tra Paesi, imprese, culture. C'è da scommetterci, questa volta non sarà da meno.

Le tre C di Expo Dubai

La firma dell'accordo con Sace lancia la rincorsa italiana a bruciare le tappe verso Dubai. Il tema di Expo 2020 è riassunto da tre C: Creatività, Connessione e Conoscenza. Tre caratteristiche connaturate al dna ita-liano, e tre C che la partecipazione italiana a Expo 2020 declinerà con stile, come ha voluto annunciare il Commissario Generale per l'Italia a Expo 2020 Dubai, Paolo Glisenti, quando alla Farnesina, lanciando le li-nee guida della partecipazione italiana ad Expo ha affermato che l'Italia mostrerà la sua "creatività come competenza accessibile, riproducibile e diffondibile".

Proporsi come modello senza arroganza. Fare rete per consolidare re-lazioni. Esercitare una capacità attrattiva e di stimolo nell'occasione del-la più importante vetrina mondiale.
Paolo Glisenti sa che la sua missione di Commissario Generale è insie-me diplomatica, culturale, commerciale. E che le medaglie che l'Italia saprà guadagnarsi sul terreno di gioco di Expo 2020 dovranno essere meritate, una ad una, sulla base dei progetti e delle iniziative realizzate.

I quattro assi della strategia di Glisenti

Il Commissario Paolo Glisenti punta in alto. E traccia una strategia di lungo raggio quando dice che nella sua partecipazione a Expo l'Italia la-vorerà sui quattro assi della diplomazia economica, culturale, informale ed educativa. Quattro assi su cui sta iniziando a mettere in fila progetti e idee in quel cantiere che promette di attirare l'attenzione del mondo con intelligenza, puntando alla qualità di quell'italian way of life che all'estero guardano con invidia.

Gli Emirati Arabi sono un Paese saldamente amico dell'Italia, capofila di un'area strategica per le politiche che vanno dal contrasto al terrorismo al rafforzamento del dialogo interreligioso, costituendo un esempio di condivisione civile rispettosa nel contesto del quadrante dei Paesi del Golfo. E Glisenti lo sa, l'Italia a Dubai gioca una carta niente affatto limi-tata ad un bel padiglione o a un ricco cartellone di eventi.

Il Padiglione Italia rimarrà permanente, ad Expo chiusa

Si tratta invece di stabilire manifestazioni ed esperienze che andranno dal 2019 all'inizio del 2021 e che dovranno segnare un nuovo e più forte rapporto con i Paesi del Golfo. La direzione di Expo 2020 ha tra l'altro deciso che la maggior parte dei padiglioni costruiti per l'occasione avrà carattere permanente, e il Padiglione italiano sarà quasi certamente tra quelli invitati a mantenere la sua struttura alla chiusura di Expo. Anche per questo, l'accordo con Sace diventa di rilevanza strategica.

Saranno centinaia le aziende italiane coinvolte, ma anche i territori e le città che hanno interesse a mettere in mostra la qualità e la capacità ita-liana come elemento di costruzione di progetti, di cultura, cibo, moda e tecnologia, a partire dal padiglione che "dovrà esprimere questa capaci-ta innovativa in modo che anche fisicamente la nostra presenza sappia comunicare al meglio la sfida dell'eccellenza italiana", come ha sottoli-neato nelle sue conclusioni Paolo Glisenti.

Aldo Torchiaro
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