Un bilancio in trend positivo e l'aumento della quota export: qual è stata la formula segreta?
Il nostro fatturato vive un trend di crescita che, soprattutto negli ultimi anni, è merito di una strategia precisa, fatta insieme ai miei fratelli Fabio e Piero, che ha puntato molto al processo di internazionalizzazione. Oggi ICA è presente in Spagna, Germania, Polonia, Cina e India con proprie strutture e in più di 50 Paesi con 58 distributori.
Come il fatturato, anche la quota export è in costante crescita, giunta nel 2017 al 56%, mantenendo comunque stabile la posizione in Italia.
La formula vincente si sintetizza in poche parole: innovare processi e prodotti, interna-zionalizzare l'azienda, motivare, responsabilizzare e soprattutto credere nelle persone.
Lei ha accennato nelle sue dichiarazioni l'implementazione del cosiddetto metodo Toyota way che permette un costante controllo e ottimizzazione del sistema per la gestione dei reparti produzione, manutenzione, sicurezza e qualità, ce ne può parlare meglio?
Nel 2017 sono stati portati a termine progetti rilevanti per il controllo e la gestione dei prodotti e dei processi come il Daily management ispirato al Toyota Way. Abbiamo scelto di migliorarci attraverso questo sistema che individua degli indicatori oggettivi per preve-nire e proteggere l'azienda da errori umani e da derive di processo. In pratica, si analiz-za e si valuta la gestione aziendale a vari livelli organizzativi al fine di assicurare il con-seguimento degli obiettivi stabiliti: misurare le performance aiuta così il funzionamento. Se ci sono problemi, si è in grado di intervenire, con una griglia di linee guida, in modo veloce e risolutivo.
Altrettanto importanti sono i progetti digitali innovativi applicati al marketing, tra i quali la nuova piattaforma CRM e aver adottato come strumento interno di comunicazione per i dipendenti un social ideato appositamente per le imprese.
Che ruolo ha la formazione nelle vostre strategie di internazionalizzazione?
La terza generazione della nostra famiglia, Andrea, Claudio e Lorenzo Paniccia, nel 2015 ha ideato ICA Academy, nata per ricercare talenti e valorizzare le risorse umane at-traverso la formazione continua. Oggi ICA Academy è un ente di formazione professiona-le accreditato presso la Regione Marche per l'esercizio delle attività di orientamento e formazione professionale per tre macrotipologie di interventi: formazione superiore, for-mazione continua e obbligo formativo. Parte di questa formazione è rivolta agli area ma-nager e ai tecnici di assistenza che operano nei mercati esteri per far sì che la loro pro-fessionalità sia adeguata e in linea con le strategie di internazionalizzazione pianificate.
Un altro importante ambito formativo è quello che viene rivolto direttamente alla clientela. Ogni settimana organizziamo corsi a clienti che provengono da tutto il mondo facendo lo-ro formazione specifica in base alle loro esigenze, per poi applicare i prodotti che hanno scelto dalla nostra ampia gamma nei più moderni impianti di verniciatura presenti nel nostro nuovo laboratorio Lifelab, continuamente supportati da tecnici specializzati. I clienti che frequentano i nostri corsi molto spesso tornano a casa con un bagaglio fatto anche di nuove idee e ispirazioni visive, grazie al nostro showroom, dove è possibile vi-sionare centinaia di effetti diversi applicati su legno, parquet, serramenti e vetro.
Quali sono i paesi nei quali avete avuto i migliori risultati?
I mercati per noi più importanti sono quelli dove siamo presenti con le nostre società, a questi possiamo aggiungere le altre nazioni dell'UE, dove le nostre vernici a basso im-patto ambientale stanno aprendo uno scenario interessante, e l'Europa dell'Est.
Quali sono gli ostacoli maggiori che avete incontrato lungo questo percorso? E come li avete superati?
L'estrema complessità delle normative vigenti, le tasse doganali e non ultime le differen-ze culturali impongono scelte diverse da mercato a mercato perseguibili solamente at-traverso una professionalità e un'attenzione enormi. In queste nazioni è fondamentale anche riuscire a comunicare bene la qualità dei prodotti e supportare la vendita attraver-so un'organizzazione commerciale e tecnica di alto livello.
Che progetti avete all'estero a medio e lungo termine?
Lo sviluppo delle aree geografiche dove sappiamo di avere un potenziale maggiore vie-ne perseguito in modo diverso in base alle caratteristiche del singolo mercato. Se in In-dia a breve sarà attivo un nuovo stabilimento produttivo, che sarà in grado di coprire le esigenze anche delle aree geografiche limitrofe, in Cina stiamo puntando molto sullo svi-luppo commerciale dei prodotti a basso impatto ambientale, la cui richiesta in questi ul-timi anni è aumentata notevolmente.
Siamo molto concentrati in progetti di sviluppo che coinvolgono gli altri tre mercati dove abbiamo una presenza diretta (Spagna, Germania e Polonia), tramite intensificazione della rete tecnico commerciale e l'ampliamento delle sedi operative e delle filiali.
Il Nord America infine è un altro obiettivo strategico importante per noi, che ci coinvolge-rà sempre di più nel prossimo futuro.