“L’impegno dell’Italia per la protezione del patrimonio culturale non si limita alla tutela dei beni culturali, monumentali, architettonici e paesaggistici, ma riguarda anche gli elementi più rappresentativi della tradizione del nostro Paese, anch’essi espressione del genio e della creatività italiana.”, così il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, commenta l’importante riconoscimento tributato dall’UNESCO all’arte dei pizzaioli napoletani, un antico savoir faire, tramandato di generazione in generazione, che entra, da oggi, a far parte della lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
“Un grazie particolare ai 2 milioni di italiani che hanno firmato la petizione #pizzaUnesco e hanno contribuito, così, a questa grande vittoria. L'UNESCO ha riconosciuto la dimensione culturale e sociale di questo sapere antico - afferma Alfano - che ha regalato al mondo non solo uno degli alimenti più sani e completi, ma anche un cibo che unisce, al di là di ogni differenza sociale, economica e culturale e, soprattutto, una parola della lingua italiana che, senza bisogno di essere tradotta, riesce a trasmettere emozioni immediate”.
Questa prestigiosa iscrizione - avvenuta in occasione della sessione annuale del Comitato UNESCO del Patrimonio Culturale Immateriale, attualmente in corso nell’isola di Jeju in Corea del Sud - si colloca idealmente sulla scia degli eventi che hanno marcato con grande successo in tutto il mondo la " settimana della cucina italiana " che mira a promuovere, a livello internazionale, le tradizioni culinarie ed enogastronomiche del nostro Paese quali segni distintivi della identità e della cultura italiana, nonché uno dei principali elementi del marchio Italia.
"Qualità, identità, territorio. biodiversità, cultura, sostenibilità, tratti distintivi dell'arte del pizzaiolo napoletano, sono - ricorda Alfano - le parole chiave dell’Expo di Milano e diventanti simboli dell’eccellenza italiana nel mondo e della professionalità di un settore che porta in alto il nome dell’Italia all’estero".
Si tratta di un ulteriore successo della diplomazia culturale italiana che arricchisce un anno di riconoscimenti particolarmente significativi per l’Italia all’UNESCO: l’elezione alla Presidenza della Commissione Cultura della 39ma Conferenza Generale, per il biennio 2017-2019, e, pochi giorni fa, al Comitato per la protezione dei beni culturali nei conflitti; l'attuazione della Strategia, promossa dall’Italia, di protezione del patrimonio culturale e promozione del pluralismo culturale; la nomina a Città Creative UNESCO di Alba, per la gastronomia, Carrara, per l’artigianato, Milano, per la letteratura e Pesaro, per la musica e l’ingresso nella Lista del Patrimonio Mondiale delle Fortezze veneziane (Bergamo, Palmanova e Peschiera del Garda) e degli antichi boschi di faggio dell’Appennino.