+26% per gli investimenti italiani in Francia nel 2019


Il "Rapporto 2019 sugli investimenti internazionali in Francia", pubblicato il 2 giugno scorso dall’agenzia nazionale Business France, analizza su base annua le dinamiche degli investimenti esteri in Francia. L’ultima edizione evidenzia la dinamicità degli investimenti esteri in Francia e colloca la Francia al 1° posto in Europa per gli investimenti esteri nelle attività industriali e di R&S.

Nel 2019, la Francia ha attratto 1.468 nuove decisioni di investimento estero, con una crescita dell’11% rispetto al 2018 (1.323 decisioni). In media, sono 28 le decisioni di investimento registrate ogni settimana in Francia contro le 25 nel 2018; i posti di lavoro creati o mantenuti grazie a questi investimenti hanno registrato una progressione del 30%: 39.542 posti di lavoro nel 2019 rispetto ai 30.302 rilevati nel 2018. Questa dinamica positiva degli investimenti evolve in un contesto di fiducia del mercato. Secondo il barometro Business-France-Kantar, l’87% dei quadri dirigenti stranieri valuta la Francia come “attrattiva per gli investimenti esteri”.

Gli investimenti esteri in Francia nel 2019 provengono da 58 Paesi diversi con una predominanza dei progetti generati dai Paesi europei (64% del totale). Nell’ordine si collocano: 1-Stati Uniti (16,2% dei progetti totali), 2- Germania (15,5%), 3- Regno Unito (12%) e 4- Italia (8%).

Alcuni punti di notevole interesse emersi da quest’ultimo bilancio degli investimenti internazionali:

  • Nel 2019, il 52% dei progetti registrati ha riguardato un nuovo insediamento in Francia (+3% rispetto al 2018). Il restante ha riguardato invece estensioni e acquisizioni.
  • Gli investimenti con funzioni di produzione industriale e di R&S/ingegneria registrano la maggior crescita e contribuiscono rispettivamente al 26% (+19%) e all’11% (+22%) dei progetti di investimenti internazionali in Francia.
  • Tra i settori più dinamici oggetto degli investimenti: software e servizi informatici (21%), ingegneria e consulenza (10%), servizi finanziari (9%), filiera automobilistica (6%), trasporti e stoccaggio (5%), meccanica (5%), chimica e plasturgia (5%).
  • Il 2019 ha visto concretizzarsi decisioni collegate alla Brexit a favore della Francia e in particolare della piazza finanziaria di Parigi.
  • Un importante presenza italiana in Francia. Oltre 1.700 aziende francesi sono a capitale italiano e impiegano circa 63.000 persone su tutto il territorio nazionale.

Il report di Business France sottolinea la dinamicità degli investitori italiani in Francia con una progressione del 26% del numero di nuovi progetti di investimento nel 2019 (118 nel 2019 / 94 nel 2018). Tali progetti di investimento consentiranno di creare o mantenere quasi 2.200 posti di lavoro (il 50% in più rispetto all’anno precedente) entro il 2021. La Francia si conferma come primo Paese di destinazione dei progetti d’investimento italiani avviati in Europa (43% dei progetti italiani - erano il 37% nel 2018), seguita dalla Spagna (9%) e dalla Germania (8%).

Destinazioni. Nel 2019, i progetti di investimento italiani in Francia sono stati avviati su quasi tutto il territorio francese (12 regioni su 13). Due regioni accolgono quasi il 50% dei progetti di investimento : la regione Ile-de-France, con il 32% dei progetti, e Auvergne Rhône-Alpes (14%). Seguono poi le regioni Pays de la Loire (11%), Hauts-de-France (8%) e Région Sud (6%).

Origine geografica. Nel 2019, i progetti di investimento italiani in Francia provengono principalmente da: 31% dalla Lombardia, 20% Emilia-Romagna, 15% Veneto, 14% Piemonte, 7,5 % Friuli-Venezia-Giulia.

Natura e tipologie di investimento. Nel 2019, i nuovi insediamenti rappresentano circa il 26% dei progetti italiani avviati in Francia. Notiamo che il 53% dei progetti italiani riguarda l’ampliamento di attività già esistenti in Francia. Questa tendenza può essere interpretata come un segnale di fiducia nei confronti del mercato francese. Le acquisizioni di aziende francesi da parte di società italiane, rappresentano invece il 21% dei progetti totali.

Le imprese italiane hanno investito prevalentemente nella creazione e l’ampliamento di centri decisionali (26% dei progetti) e nelle attività di produzione (25% dei progetti). Tale risultato conferma la presenza storica delle industrie tradizionali italiane sul territorio francese. Da sottolineare anche il forte aumento nell’attività di Ricerca & Sviluppo, Ingegneria e Design, sinonimo di investimenti ad alto valore aggiunto, che ha raddoppiato nel 2019 (17% dei progetti italiani) rispetto al 2018. Seguono poi i punti vendita (11%), la logistica (8%), i servizi alle imprese (7%) e i servizi ai privati (6%).

Dall’Italia proviene il 13% degli investimenti esteri realizzati in R&S in Francia, collocandosi al secondo posto a livello mondiale, dopo gli Stati Uniti (27%) e davanti alla Germania (10%).

Ripartizione settoriale degli investimenti. Nel 2019, le società italiane hanno investito prevalentemente nei settori tessile e moda (13% dei progetti, 16% dei posti di lavoro), energia (10% dei progetti, 17% dei posti di lavoro), software e servizi informatici (10% dei progetti, 5% dei posti di lavoro) e nel settore meccanica e metalmeccanica (8% dei progetti, 6% dei posti di lavoro). Nei settori tessile e moda ed energia, le aziende italiane sono all’origine di circa un quinto del totale dei progetti esteri avviati in Francia.

« Anche quest’anno è il settore della produzione a fare la parte del leone. Secondo la classifica E&Y per l’anno 2019, infatti, la Francia consolida la sua posizione in vetta al podio dei Paesi europei per gli investimenti industriali. L’investimento internazionale sostiene lo sforzo di riconquista industriale del nostro Paese – il 56% dei progetti industriali sono localizzati nei cosiddetti “territori d’industria”. Ad esempio, l’americana AGCO, leader mondiale nella concezione e fabbricazione di macchine agricole (come i famosi trattori Massey Fergusson), ha confermato l’ampliamento del sito produttivo di Beauvais con un investimento di 40M di euro supplementari nel triennio 2019-2021 con lo scopo di sviluppare un sito all’avanguardia per l’Industria 4.0. Nell’ambito di questo progetto è prevista la creazione di 200 nuovi impieghi. Questo investimento si focalizzerà, in particolare, sulla produzione additiva, sulla fabbricazione di tubi idraulici, attualmente esternalizzata a fornitori in Europa e in Asia, e sull’integrazione tecnologica per la produzione e il controllo qualità”, afferma Christophe Lecourtier, Direttore Generale di Business France.

“La progressione costante dei progetti di R&S dimostra l’impegno delle istituzioni francesi nel favorire l’innovazione e l’attrattività del sistema di incentivo fiscale francese (CIR). Questo impegno si rifletteva in modo evidente nel barometro Kantar- Business France in cui l’84% degli investitori stranieri dichiarava di considerare la Francia un’economia innovativa. Due esempi illustrano tale interesse: ARM, gruppo britannico specializzato nella concezione di semiconduttori, che incrementa di 200 nuove unità la sua presenza sul sito di R&S di Sophia-Antipolis. E ancora, IBM, che ha creato un centro di co-innovazione a Paris-Saclay, che accoglierà 350 persone nei prossimi due anni, di cui un centinaio di ricercatori, per lavorare sull’intelligenza artificiale, la cyber security e l’informatica quantistica”, precisa Pascal Cagni, Ambasciatore delegato agli investimenti internazionali.

L’Ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset, ha sottolineato gli eccezionali risultati degli investimenti italiani realizzati in Francia nel 2019, testimonianza degli stretti legami economici che esistono fra i nostri Paesi “l’aumento del 26% in un anno del numero dei progetti di investimento italiani è una performance che dimostra da un lato, la capacità della Francia di accogliere investimenti stranieri e dall’altro, ribadisce il dinamismo degli imprenditori italiani e la loro notevole propensione all’internazionalizzazione. Tali risultati ci ricordano anche quanto le economie italiana e francese siano interdipendenti e complementari. Questi sono aspetti fondamentali sui quali sono certo che la crisi del Covid-19 avrà un effetto solo momentaneo, fiducioso in un prossimo ritorno alla crescita per le imprese e le economie dei nostri Paesi ” ha concluso l’Ambasciatore.
Nuova Vecchia