Il Parlamento ha approvato definitivamente un emendamento che esclude gli investimenti in società di finanza etica dalle partecipazioni che gli enti locali devono dismettere.
La norma - inserita nella legge di bilancio per il 2018 approvata in via definitiva lo scorso 23 dicembre - modifica il “Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica” (Dlgs n. 175 del 2016) che aveva introdotto l’obbligo per gli enti locali di dismettere tutte le partecipazioni “non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali”.
L’emendamento appena approvato stabilisce che: “E’ fatta salva la possibilità per le amministrazioni pubbliche di acquisire o mantenere partecipazioni, comunque non superiori all’1% del capitale sociale, in società bancarie di finanza etica e sostenibile, come definite dall’articolo 111-bis del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, e senza ulteriori oneri finanziari rispetto a quelli derivanti dalla partecipazione medesima”.
“Banca Etica accoglie con grande favore questa novità, che dimostra ancora una volta come in questa fase politica complessa, tanti parlamentari di tutte le forze politiche abbiano iniziato a riconoscere le potenzialità della finanza etica - dice il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri - . Purtroppo in questo anno e mezzo molti enti locali hanno dovuto sottostare alle direttive del Governo, pur non condividendone le motivazioni, visto che spesso la scelta di partecipare in Banca Etica nasceva da una richiesta dei cittadini stessi. Oggi sono rimaste 5 Regioni, 235 Comuni e 22 Provincie socie di Banca Etica. Auspichiamo che gli enti locali che hanno dismesso le nostre azioni possano tornare sui loro passi alla luce di questa importantissima novità, che quelli soci possano rafforzare la propria partecipazione e che altri si aggiungano al progetto di Banca etica, che fin dalla nascita coniuga una vocazione nazionale e internazionale con un forte radicamento locale in tante aree d’Italia”.