Un anno di applicazione provvisoria del CETA, per l'Italia solo vantaggi



L’import italiano dal Canada in questo prima anno di applicazione provvisoria del CETA è cresciuto, ma non ha alterato la bilancia commerciale tra i due paesi che rimane favorevole all’Italia. L'export italiano verso il paese nord-americano, inoltre, ha continuato a crescere: la temuta invasione di non meglio specificati prodotti, più o meno nocivi, provenienti dal Canada, in un anno dall'entrata in vigore del CETA, non si è verificata.

La auspicata ratifica dell’Accordo non potrà quindi che portare benefici.

Ma cosa accadrebbe se l’Italia, come paventato recentemente, si rifiutasse di ratificare l’accordo?



Omettendo per un momento l’analisi deI complesso scenario che si presenterebbe (con tutte le incognite financo sulle procedure da adottare, sui loro esisti e sulle ferite interne all’Unione), i rapporti tra Italia e Canada, sempre stati ottimi, potrebbero deteriorarsi in modo irrimediabile, coinvolgendo negativamente anche quei settori nei quali le relazioni sono consolidate e vantaggiose.

“L’Italia ha dato molto al Canada, il Canada ha dato molto all’Italia. - dichiara il Direttore del Centro Studi Italia-Canada Avv. Paolo Quattrocchi - Quel che ancora non si riesce a comprendere è come questa amicizia debba essere interrotta o vanificata da un comportamento inspiegabile, che ci allontana da una relazione storica che ha portato crescita e può portare ulteriore sviluppo nei settori dell’economia e del commercio, ma anche nell’ambito sociale, ambientale, culturale, politico, e in generale strategico.”

“È infatti - conclude l’Avv. Quattrocchi - grazie all’accordo di partenariato strategico, premessa e completamento del CETA, che tali obiettivi di rilevanza epocale potranno essere raggiunti per il benessere collettivo e per la costruzione di un punto di equilibrio tra i grandi del pianeta, garanzia di pace e sviluppo. Ma di questo, vale a dire dello Strategic Partnership Agreement (SPA) nessuno parla.”

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